La Rete delle Scuole Pubbliche all’aperto.
La Rete nazionale di scuole pubbliche all’aperto nasce nel 2016 a Bologna prendendo avvio dai risultati documentati da un importante progetto anglosassone (Natural Connections Demonstration Project, 2012-2016). Ha come scuola capofila l’IC 12 di Bologna e vi aderiscono istituti provenienti da tutta Italia. La Rete è stata attivata con la collaborazione del Comune di Bologna, di Fondazione Villa Ghigi (Centro di educazione ambientale e alla Sostenibilità) e dell’Università di Bologna che sovraintende all’area della formazione, della facilitazione, della ricerca e delle relazioni internazionali (Dipartimenti di Scienze dell’Educazione e Scienze della Qualità della vita).
La Rete (secondo l’art. 15 della Legge n. 241/1990 e con l’art. 7, comma 2, del DPR 275/99), si è costituita per soddisfare l’interesse condiviso nei confronti della «progettazione di percorsi didattici innovativi ispirati all’educazione all’aperto, alla risignificazione degli spazi esterni come ambienti di apprendimento e aule didattiche diffuse». Si prefigge altresì di formare il personale scolastico per lo sviluppo delle competenze professionali necessarie ad attivare in modo consapevole una didattica all’aperto, al fine di implementare il miglioramento della qualità dell’offerta formativa in piena connessione con il curricolo e con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Agenda 2030).
Fin dalla sua istituzione la Rete è stata sostenuta da genitori, insegnanti e coordinatori, che l’hanno fortemente voluta dopo avere sperimentato i proficui vantaggi trasformativi portati dall’educazione all’aperto nelle pratiche educative dei servizi per l’infanzia attivate in seguito a percorsi di formazione dedicati.
Tra i punti cardine
1. uno staff nazionale composto da referenti della scuola, dell’università, di amministrazioni locali e della comunità pedagogica;
2. la presenza di un accordo di innovazione, sperimentazione e ricerca che si declina in un protocollo di principi, approcci e azioni comuni e prevede la presenza di una figura di facilitazione;
3. l’attivazione di un percorso di formazione triennale contestualizzata, esperienziale e pluridisciplinare, promossa da esperti sul tema con diversi profili professionali (pedagogisti, ricercatori, educatori ambientali, dirigenti e insegnanti);
4. la realizzazione di percorsi di ricerca empirica e di ricerca-formazione per sostenere i processi di innovazione delle pratiche didattiche attive e monitorarne l’impatto;
5. un sito internet con funzione di servizio per l’informazione, la divulgazione e la documentazione dei percorsi progettuali e delle pratiche educativo-didattiche che si diffondono sul territorio nazionale.
Dall’IC 12 alla Rete nazionale, Filomena Massaro racconta come tutto è iniziato costruendo ponti tra infanzia e primaria, ma soprattutto tra istituti. L’avventura del collegio si prefigge di oltrepassare il ristagno dell’educazione e di oltrepassare il monadismo verso un confronto che promuova le possibilità che gli attuali ordinamenti ci offrono nel valorizzare il processo pedagogico dalla conoscenza alla competenza tramite l’esperienza.
Michela Schenetti ci presenta cosa significano la Ricerca e la Formazione per la rete delle scuole all’aperto: strumenti essenziali per far emergere i bisogni degli insegnanti, aggiornare lo sguardo sui bambini ed entrare in contatto con la complessità, sostenendo l’unicità di ogni percorso, dialogando con il territorio, aprendo orizzonti di possibilità… Ricordandoci che non solo si può fare educazione all’aperto, si deve.